In questa sezione
riporteremo
alcune domande e risposte fatte dai visitatori del nostro sito, per questioni di
riservatezza, i nomi saranno sostituiti con altri di fantasia.
Le risposte in campo medico
scientifico sono curate dal
Dottor Dario Iafusco
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Domanda da: Rosario
Vorrei conoscere il vostro parere riguardo le eventuali correlazioni tra il
Diabete Mellito tipo II ed un evento traumatico. Grazie Rosario
Risposta da : Dr. Dario Iafusco
Caro Amico, non è molto semplice rispondere alla sua cortese domanda perchè sull’argomento
non esistono ancora sufficienti prove e dimostrazioni scientifiche. Sicuramente nella patogenesi del diabete mellito tipo 2 giocano un certo ruolo
predisponente gli ormoni cosiddetti “controinsulari” che si chiamano così
perchè hanno una azione contraria a quella dell’insulina. Tali ormoni sono il
glucagone, il cortisone, il GH e l’adrenalina. Tali ormoni sono tutti
iperglicemizzanti e sono tutti prodotti in occasione di stress. Ciò è
“fisiologico” perchè quando c’è uno stress l’organismo deve far aumentare la
glicemia per fare in modo che i muscoli ricevano lo zucchero necessario per
poter dare inizio alla fuga oppure, al contrario, all’attacco della fonte di
stress. Non a caso tale reazione allo stress prende il nome, in psicologia, di
“reazione di attacco o fuga”. Sembra facile, quindi, concludere questo ragionamento dicendo che una persona
predisposta al diabete tipo 2 perchè obesa oppure per avere una familiarità per
diabete tipo 2 o per altre cause, potrebbe diventare più facilmente diabetico
in seguito ad uno stress ed in seguito alla iperproduzione improvvisa di tali
ormoni controinsulari. Uso, però, il condizionale perchè questo finale di ragionamento, in realtà,
fino ad oggi, non e’ stato ancora dimostrato con certezza e, si sa, senza prove
certe e senza sperimentazioni adeguate non e’ possibile fare asserzioni
scientifiche certe.
E’ anche vero, però, che se ascoltiamo i nostri pazienti spesso essi ci
raccontano che episodi stressanti quali dispiaceri, gravi traumi psicologici,
momenti di particolare difficoltà talora sembrano aver preceduto di alcuni mesi
o, addirittura, di alcuni giorni la comparsa dei sintomi che hanno portato alla
diagnosi di diabete. Anche su questo però il ricercatore serio che, magari,
voglia fare il “bastian contrario” potrebbe opinare che la nostra vita e’,
purtroppo, spesso costellata di difficoltà, dispiaceri e momenti traumatici e
che, quindi, potrebbe essere semplicemente un caso il vedere nell’ultimo evento
psicologico avverso prevedente l’esordio del diabete un processo di causa-effetto
che, nella realtà, è invece solo casuale.
La ringrazio, quindi, per la sua interessante domanda che, tra l’altro, mi ha
permesso di andare a studiare e a rivedere i meccanismi fisiopatologici che
correlano lo stress all’iperglicemia ma mi dispiace doverle dire che, ad oggi,
non abbiamo una risposta certa.
Domanda da: Sonia
Salve mi chiamo Sonia ho 15 anni sono di Roma,sono diabetica(diabete
mellito) da 7 anni .
Fin da piccola sapevo dell'esistenza dei campi estivi, ma i miei genitori
avevano paura a lasciarmi sola,
perchè almeno 2 o 3 volte al giorno ho dei cali di glicemia.
Navigando in rete, per caso sono finita sul sito dell'A.G.D. Campania e ho
scoperto che ci sarà un campo estivo a Ischia, vi sono però soltanto 20
posti disponibili e per di più risiedo in un'altra Regione.
Cosa posso fare?
Ci sono ancora posti liberi?
Posso partecipare anche se sono di un'altra Regione?
Grazie mille
Prima risposta da : Webmaster A.G.D. Campania
Ciao Sonia, sono il Webmaster dell'A.G.D. Campania, i campi scuola sono
organizzati dalla Regione Campania sono completamente gratuiti. I partecipanti ai campi scuola
e week-end, in Campania, vengono selezionati dai reparti di diabetologia pediatrica dei due Policlinici.
Puoi contattare il primo policlinico il Dott. Dario Iafusco,
per il secondo policlinico la Dott.ssa Adriana Franzese, chiedendo se puoi partecipare al campo scuola ( pur essendo "fuori regione"), e
soprattutto se ci sono ancora posti disponibile.
Ciao
Successiva risposta da : Dr. Dario Iafusco
Carissima Sonia,
ti ringrazio per aver scritto all’AGD Campania. Il Webmaster del sito, Dr
Pasquale Mataro, ci ha, molto gentilmente, inviato la tua cortese richiesta.
Purtroppo non possiamo accettare la tua domanda di partecipazione al campo
di Ischia poiché i nostri campi diabetologici sono interamente finanziati
dalla Regione Campania ed organizzati dai due Policlinici Universitari che
sono anche i Centri di Riferimento Regionali per il Diabete in età
pediatrica.
I campi sono a numero chiuso e, proprio perchè gestiti con finanziamento
della Regione Campania, non possono ospitare ragazzi seguiti in altre
Regioni d’Italia.
Visti i luoghi ameni dove organizziamo i campi (Ischia, Sorrento e la
costiera amalfitana), riceviamo spesso richieste di partecipazione di
bambini e ragazzi di altre zone di Italia che, purtroppo e nostro malgrado,
dobbiamo rifiutare.
Ti preghiamo, però, di informarti presso il Centro di Roma dove sei seguita
perché sappiamo per certo che tutti i Centri Pediatrici del Lazio
organizzano splendidi soggiorni educativi che funzionano molto bene e che
sono veramente molto utili dal punto di vista della propria emancipazione
culturale e pratica dai genitori oltre ad essere molto divertenti dal punto
di vista ludico.
Ti ringraziamo per averci contattato e, con l’occasione, ti inviamo i più
cari auguri e saluti
Domanda da: Alberto
Come si può ovviare alla mancanza della monotard ?
E' vero che non si trova da nessuna parte ?
Ci sarà qualche altra molecola che la sostituirà ?
Risposta da : Webmaster A.G.D. Campania
Ciao Alberto
sono il Web-Master dell’A.G.D. Campania,
nel ricordarti che le informazioni da noi fornite non possono sostituire il
parere del proprio medico curante nelle decisioni e nelle scelte sulla cura
del diabete, ti rispondo in base alle risposte avute dai miei diabetologi.
Tutte le case farmaceutiche stanno riducendo i tipi di insulina in
commercio,
prima di tutto perché con tanti tipi di insulina vi era una confusione
spesso anche da parte dei diabetologi,
secondo perché dagli ultimi studi fatti in questi anni, i migliori risultati
nella gestione del diabete si stanno avendo con l’utilizzo di due tipi di
insulina, quella cosiddetta “ultra rapida” e quella cosiddetta “ultra lenta”
ad assorbimento costante.
Il primo tipo (ultra rapida) è spesso utilizzata per quanto riguarda i
microinfusori che simulano elettronicamente il funzionamento del pancreas.
Il secondo tipo (ultra lenta) utilizzata, in combinazione a quella rapida,
per avere una copertura di insulina nelle 24 ore, simulando anche in questo
caso, in maniera tradizionale, il funzionamento del pancreas.
Oramai è diventata standard per tutti i diabetici insulino-dipendente la
terapia con glargine (tipo Lantus) come basale ed un analogo o una rapida
prima dei pasti.
Non sappiamo se le case farmaceutiche produrranno nuove insuline simili alla
monotard (in questo caso sono loro che decidono),
ma senza dubbio bisognerà discutere con il proprio diabetologo per la
sostituzione dell’insulina e/o la modifica della terapia stessa.
Nel mio caso sono passato “definitivamente” al microinfusore che utilizza
l’insulina “ultra rapida”.
Ciao
Domanda da: Serena
Mio figlio, quindicenne, diabetico da poco più di un anno sta assumendo
la "LANTUS" da un mese e spesso va in iperglicemia;
in questi casi fa la rapida anche senza mangiare.
Volevo sapere se ciò era corretto e come mai malgrado abbiamo aumentato sia
la LANTUS che la RAPIDA la glicemia non
scende?
Fiduciosa in una V.S. risposta vi auguro buon anno e vi ringrazio
cordialmente.
Risposta da : Dr. Dario Iafusco
Gentilissima Sig.ra Serena,
penso senz'altro che, nel caso di suo figlio quindicenne, bisognerebbe
innanzitutto rivedere le dosi di Lantus e di insulina rapida.
Di solito la dose totale deve essere di circa 0,8-1 unità/Kg/die suddivisa
in 40-50% di Lantus e 60-50% di rapida.
Inoltre la Lantus, pur essendo una insulina "basale", spesso non dura 24 ore
per cui, nella nostra esperienza, somministrata in monodose la sera al
momento di andare al letto, riesce a controllare bene la glicemia al
risveglio e, molto spesso durante la mattinata ma, nel corso della giornata
e in particolare nel tardo pomeriggio, perde a poco a poco di efficacia.
Questo è il motivo della iperglicemia soprattutto prima di cena. Questa
iperglicemia del tardo pomeriggio, che in un articolo di qualche anno fa
avevo definito "effetto tramonto" in analogia con l'"effetto alba" che e'
l'iperglicemia del mattino, talvolta e' molto difficile da correggere.
Stiamo utilizzando vari accorgimenti: praticare rapida tradizionale a pranzo
al posto degli analoghi rapidi; suddividere la Lantus in due
somministrazioni: al mattino ed alla sera invece di una sola; evitare
qualsiasi tipo di spuntino o merenda ecc.
Il metodo che utilizza suo figlio quando trova la glicemia elevata (pratica
la rapida senza mangiare) non e' dei piu' corretti poiché lo espone al
rischio di ipoglicemia. Le consiglio, pertanto, di ridiscutere lo schema con
il suo Diabetologo e valutare con lui sia l'opportunita' di aumentare le
dosi di Lantus e dei boli, sia quella di utilizzare come boli l'insulina
regolare piuttosto che gli analoghi rapidi sia, infine, quella di passare ad
uno schema con premiscelate al posto della Lantus.
La ringrazio per la domanda e ringrazio di cuore Pasquale Mataro e gli amici
dell'AGD Campania per avermi chiesto un parere.
Ne approfitto per augurare a tutti i piu' cari auguri per un 2007 che sia
"stracarico" di novità diabetologiche!
Domanda da: Annamaria
Gentilmente vorrei sapere se esiste, e qual'è, un esame che consente di
sapere le condizioni di funzionalità del proprio pancreas.
Io sono diabetica dall'età di 18 anni, e vorrei scoprire se il mio pancreas
h ancora "attivo", anche se parzialmente o minimamente.
Grazie mille.
Risposta da : Dr. Dario Iafusco
Gent.ma lettrice,
non è facile sapere con precisione le condizioni di funzionalità del proprio
pancreas.
Le si può, a volte, solo dedurre empiricamente: una persona che abbia un
diabete tipo 1 con distruzione autoimmune delle sue beta cellule, per
esempio, e che pratichi insulina dalla dose di farmaco praticato può capire
se c’è o meno una buona secrezione residua. La prima fase del diabete
autoimmune, infatti, prende il nome di “luna di miele” perché sembra
migliorare ed è necessario praticare poca insulina per ottenere un buon
controllo metabolico. In questo caso è logico che il proprio pancreas, non
ancora danneggiato completamente dall’autoimmunità, produce ancora
sufficiente quantità di ormone.
Ci faccia sapere quanta insulina pratica e quanto pesa per valutare la sua
funzionalità pancreatica.
Le ricordo che l’insulina la si misura in unità per Kg di peso e si parla di
remissione quando si pratica una dose inferiore allo 0,2 unità/Kg/giorno.
Per quanto riguarda gli esami di laboratorio, il dosaggio dell’insulina nel
sangue non è utile per sapere le condizioni del proprio pancreas se si
pratica insulina esogena. Infatti, in questo caso, l’insulina che si dosa è
la somma di quella praticata dall’esterno e quella prodotta dal pancreas.
Per distinguere l’insulina esogena da quella prodotta dal pancreas e’
possibile dosare il C-peptide. Questa molecola viene prodotta dal pancreas
contemporaneamente all’insulina in un rapporto di 1:1. La quantità di
C-peptide dosato nel sangue corrisponde, quindi, alla quantità di insulina
prodotta dal pancreas. Ma quando dosare tale C-peptide per conoscere le
condizioni del proprio pancreas? Se si dosa il C-peptide a digiuno il
risultato non sarà molto utile poiché qualunque persona a digiuno non
produce insulina. Sarebbe piu’ utile praticare il C-peptide dopo 1-2 ore da
una abbondante colazione ma anche in questo caso l’interferenza con
l’insulina praticata, che comunque riduce la secrezione pancreatica,
renderebbe vano il risultato.
Esistono, infine, alcuni tests che si eseguono in centri diabetologici ad
elevata specializzazione che mettono sotto stress il pancreas, lo spremono
come un limone e valutano quanta insulina è in grado di produrre in
condizioni limite. Tra questi il test principale è il test al glucagone
durante il quale si pratica una fiala di glucagone e.v. e si valuta la
quantità di C-peptide prodotta. In tal modo si verifica la capacità del
pancreas di produrre insulina. Tale test, però, è piuttosto indaginoso.
Speriamo di aver soddisfatto la sua curiosità e la preghiamo di considerarci
sempre a Sua completa disposizione per ulteriori chiarimenti su questo o su
altri quesiti.
Con l’occasione Le inviamo i piu’ cari saluti
Domanda da: Pasquale
Ciao Dario, ieri andando dalla pediatra di mia figlia (nata da poco),
le ho detto che io ero diabetico ed in cura presso il Policlinico e così
siamo arrivati a fare il tuo nome….
Le ho chiesto che possibilità c'erano che mia figlia possa ammalarsi di
diabete ?
Lei mi ha rassicurato che per il momento non c’era da preoccuparsi…
Con affetto
Risposta da : Dr. Dario Iafusco
Carissimo Pasquale,
innanzitutto salutami molto caramente la pediatra (anche se, probabilmente,
la vedro’ prima io e ti mandero’ i miei saluti tramite lei).
Per quel che riguarda il rischio di tua figlia di ammalarsi di diabete e’
ASSOLUTAMENTE ZERO!
Infatti, come ben sai, la tua forma di diabete non e’ assolutamente
ereditaria ne’ genetica, ma acquisita.
Quindi, per dirla con le parole della Pediatra, non c’è da preoccuparsi non
solo per il momento ma anche in futuro!
Ti abbraccio!
Domanda da: Melania
Salve sono una fisioterapista di Napoli, ad un mio paziente di circa due
anni è stato diagnosticato un Diabete atipico, dovuto alla mancanza del
senso della sete, potreste darmi maggiori informazioni in merito a tale
patologia?
Grazie. Melaia
Risposta da : Dr. Dario Iafusco
Gent.ma Dr.ssa Melania,
La ringrazio per aver scritto al sito dell’AGD Campania che mi ha “girato”
la Sua cortese e-mail.
Purtroppo non penso di poter esserLe utile poiche’ non conosco la patologia
della quale parla.
In genere, come ben sa, avviene il contrario, sia il bambino con diabete
mellito che quello con diabete
insipido hanno sete intensissima ed e’ proprio questa la sintomatologia che
fa porre diagnosi.
Se potesse fornirci un maggior numero di dettagli, probabilmente potremmo
aiutarLa meglio.
Cordiali saluti
Domanda da: Salvatore
Salve, sono un ragazzo di 23 anni, dopo aver donato il sangue ho ricevuto i
risultati. La glicemia aveva volore 450 mg/dl (con valori di riferimento 65 - 110), ho
ripetuto le analisi a distanza di 3 giorni ed ho glicemia a 74 mg/dl, in più ho
fatto l'esame dell'emoglobina glicosilata con valore 7,2% (con valore di
riferimento 4,5 - 6,3), la curva glicemica al min. 0' era 74 mg/dl 30' era 118 60' era 131 90' era 112 120' era 93 150' era 84
ho eseguito eco fegato e del pancreas sono risultati normali, l'unica
sintomatologia che ho avvertito e' stata sonnolenza per un breve periodo.
Durante l'attività fisica jogging per un paio d'ore settimanali sento un brusco
calo di glicemia.
Vorrei saper se e' preoccupante la mia situazione, se e' necessaria una visita
specialistica presso il vostro centro.
Grazie
Risposta da : Webmaster A.G.D. Campania
Ciao, Salvatore, la nostra è solo una associazione per l’aiuto ai giovani diabetici, non siamo
una struttura ospedaliera o simile, il mio consiglio da diabetico è quello di andare in un centro specializzato e
farti ripetere le analisi.
Un diabetico oltre ad avere l’emoglobina glicosilata alta (7,5 – 8,5 ), se non si
inietta l’insulina ha sempre la glicemia alta, quasi il 90% dei neo
diagnosticati, prima di essere ricoverati hanno perso molti chili dimagrendo a
vista d’occhio, ed urinano molto e frequentemente ( anche 3 volte all’ora ), con
l’urina che è di colore chiaro come l’acqua. Ad esempio nel mio caso il peso
iniziale era 72Kg in 2 settimane pesavo 53Kg, e la glicemia arteriosa era 658,
urinavo di continuo ed avevo una sete inimmaginabile, avevo una fame
incredibile.
Nel tuo caso potrebbe essere un intolleranza alimentare, ma ripeto noi non siamo
un centro i nostri sono solo consigli, quindi ti ribadisco di andare in un
centro specializzato e farti fare tutti i controlli del caso.
Distinti saluti
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